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La poetica di intenti che spesso cela un’immagine è, senza dubbio, un aspetto estraneo allo stesso autore che, inconsapevolmente, cattura le proprie sensazioni più intime ritrovandole in incontri fortuiti o in situazioni pensate.


Non quindi sperimentazione tecnica né manipolazione ma, nelle immagini di Claudio Argentiero, l'anima di chi affascinato dallo stesso divenire,  sente la luce lasciandosi ammagliare dal buio. Un'indagine visiva sul concetto di dualità luce/ombra che danzano in perfetto equilibrio, un incontro in un luogo che non ha confini, né tempo; uno sguardo che va oltre i bagliori, scoprendo i neri, essenze della pura armonia rivelata non con l'occhio biologico, ma con il percepire l'esistente.


E' l'ombra che esalta la luce alimentando l'immaginario e, di conseguenza, la scoperta dei contrasti nasconde un muto invito a superare le apparenze.
Le sfumature e i giochi di ombre ricercate dall’autore accentuano atmosfere sospese donando alle stesse, la dolcezza del ricordo ma anche l'urgenza di sviscerare pensieri avidi di passioni umane.


Ecco dunque che suoni poetici tramutano percezioni visive, accolgono l'impetuoso fluire della vita evocando un dialogo, spontaneo ed intenso, tra parole ed immagini.
Ricordi, sensazioni, paure e attese si svelano con disarmante sorpresa, docili evanescenze dell'essere umano che fa della fotografia la luce, nel buio della notte.

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